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LA STORIA DELL'ACCADEMIA
a cura del presidente prof. Francesco Selvaggi
 
Nel 1882 alcuni protagonisti, non più giovani, di quel grande movimento letterario e culturale che si diffuse in Calabria nella prima metà dell'800, definito dal De Sanctis "Romanticismo Calabrese", ancora viventi e quasi tutti provenienti da quella ricca sorgente di pensiero, che fu il prestigioso seminario diocesano sammarchese, fondarono, in S. Marco Argentano, una grande palestra di varia cultura e le dettero il titolo di Accademia "S. Tommaso d'Aquino".
Costoro furono: il letterato prof. Pasquale Candela, che ne fu fondatore e direttore, unitamente al vescovo mons. Antonio Pistocchi, nominato presidente onorario della stessa e al dotto e dinamico arcidiacono Vincenzo Campagna, eletto presidente. È da sottolineare il grande impegno messo in atto dal coltissimo vescovo mons. Antonio Pistocchi per riesumare e rinverdire quel vistoso patrimonio culturale che sortì nella nostra città e a ripristinare il glorioso collegio diocesano, dopo un ventennio di inattività a causa di precarietà di mezzi e di infausti rivolgimenti politico-sociali.
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Furono nominati, inoltre, per le altre cariche mons. Gaetano Cantisani, mons. Raffaele Rocco, tesoriere e Salvatore Cristofaro, segretario. Vi fecero parte i fratelli Carlo ed Angelo Selvaggi e i loro nipoti: Giovanni, insigne storico ed Enrico Selvaggi, cultore anch'esso di patrie memorie e appassionato di araldica. Entarono successivamente nell'associazione alcuni colti personaggi di nobili famiglie sammarchesi: Sacchini, Amodei, Campolongo, Valentoni, Campagna, il barone Luigi Guzzolini di Cervicati, il marchese Davide Andreotti Loria ed altri ancora, il pittore Angelo Mazzia, il pittore Giovan Battista Santoro, l'on. prof. Ferdinando Balsano di Roggiano, il poeta Adolfo La Valle, i fratelli Alfano di Roggiano, il prof. Luigi Accattatis, il letterato Stefano Paladini e un numerosissimo stuolo di altri illustri e noti pensatori ed artisti e professionisti di gran fama.
La sua sede era ubicata nei pressi della cattedrale ove è l'attuale Curia vescovile. Esimi personaggi ebbero la nomina a socio onorario, tra i quali il Padula, Giannone, il prof. Pagano, N. Misasi, l'on. dott. Agostino Casini, Biagio Miraglia, Vincenzo Juliua, per citarne alcuni.
Feconda fu l'attività dell'Istituto nei primi due decenni. Esso aveva lo scopo di fornire alla gioventù studiosa di allora quel significato morale che tanta parte esercita sui costumi e gli atti della vita pratica "senza del quale - come affermò il Candela - non v'ha né onestà né rettitudine, né vera scienza né virtù verace".
Tale Associazione culturale, che fiorì in quel tempo, fu fondata e gestita da colti religiosi e laici di elevato spessore culturale di San Marco Argentano e di altri centri della provincia. Fu dedicata a S. Tommaso d'Aquino, proclamato, per l'acume della mente e la sublimità delle dottrine, l'aquila dei dottori, l'angelo della scuola.
La scomparsa del Candela, avvenuta nel 1896, e di altri valorosi accademici fu danno irreparabile per la sopravvivenza della illustre associazione che cessò la sua brillante attività alla dipartita del Cristofaro, avvenuta nel 1912.
Passarono, gli uni dopo gli altri, anche i loro numerosi e colti alunni custodi della loro grande eredità, incanutiti dagli anni che scorrevano veloci e prostrati dai tristi sconvolgimenti sociali che in quel periodo turbinavano in Europa e in Italia, in particolare, nell' estremo mezzogiorno ch'era stato travolto, inoltre, dalla furia di due terribili eventi tellurici, (quello del 1905, prima, e poco dopo, l'altro, più disastroso, del 1908) l'ultimo dei quali rase al suolo Reggio e Messina e danneggiò centinaia di comuni della Calabria e della Sicilia.
Fu doloroso dunque assistere ad un immediato, rovinoso processo di decadenza che continuò la sua corsa fatale e nefasta per molti anni dall'inizio della grande guerra alla fine dell'ultimo catastrofico conflitto mondiale. Perse S. Marco in questi anni bui e perversi tante testimonianze della sua luminosa immagine che i secoli avevano rispettato e, nonostante ciò, molti suoi cittadini, ardenti sostenitori del modernismo, si adoperarono a modificare, ricostruire e a trasformare radicalmente numerosi fabbricati monumentali, distruggendo così irreparabilmente tutto il loro prezioso corredo di arte e di storia in cambio di una futile e illusoria aspirazione di moderna agiatezza. Scomparvero così tante caratteristiche tracce di fabbriche antiche, archi, statue, chiese monumenti vari, e con essi si dileguò lo spirito e l'umano impegno dei nostri antenati che le furie della natura e i rivolgimenti dei tempi avevano, in tanti secoli, preservato. E la città venne anche spogliata di molteplici preziosi oggetti, statue, dipinti, libri, carte, codici, pergamene, cronache, annuari, status animarum, atti vari che furono distrutti o dispersi e alienati con deplorevole ignavia e senza alcuna resipiscenza.
In questi ultimi decenni del secolo, appena trascorso, il rimpianto delle cose perdute ha suscitato nell'animo di molti l'interesse a ricercare e a riscoprire, con nostalgico ardore, qualche avanzo che fosse sfuggito allo spirito distruttivo dei nostri ignoranti predecessori e che potesse ricondurci, sia pure attraverso piccoli nastri di sentieri sconnessi, a ricostruire scenari e prospettive presenti nella realtà di quei secoli, non del tutto perduti, che aleggiarono ruggenti e vigorosi nel cielo del nostro splendido territorio.
Si è dato adito a ricerche in archivi di antiche famiglie e qualcosa è venuta alla luce. Tanta storia andata dispersa è stata, in minima parte, casualmente ritrovata. La convinzione, dunque, che non tutto è stato smarrito, suscita in noi sentimenti di speranza e c'induce a proseguire instancabilmente alla continua ricerca di nuove scoperte.
Abbiamo, appunto, voluto fondare una nuova Associazione culturale sui princìpi di quella istituita nel secolo scorso, in S. Marco, con l'intento di portare alla luce, attraverso indagini e ricerche accurate, reperti nascosti, tracce, sia pur discontinue, di remote memorie, d'indizi occasionalmente reperiti, di storie e leggende oralmente tramandate dalla tradizione popolare, allo scopo, dunque, di allestire un'antologia storica di varie tematiche, collegate tra loro in ordine di tempo, di modo che possa offrire una lettura interessante ed obiettiva sulla storia di Argentano e i territori limitrofi.
Lo studio dovrebbe iniziare in ordine cronologico, procedendo dai tempi remoti ai fasti della Magna Grecia, al dominio di Roma durante la lotta con Cartagine, all'avvento cristiano con la presenza dell'evangelista Marco e i primi martiri calabresi del Cristianesimo, dalla dominazione barbarica all'intervento dei normanni, che resero S. Marco ricca e fiorente.
Un secondo progetto di studio partirà dal periodo svevo e si concluderà con gli avvenimenti che si alternarono sul territorio fino all'epoca contemporanea.
Partendo da queste idee, basate su una serie di presupposti storicamente collaudati e, soprattutto, considerando la scoperta d'importanti manoscritti, di carte, pergamene, codici vari, rinvenuti nell'Archivio della Biblioteca Selvaggi,(recentemente vincolati dalla Sovrintendenza Archivistica di Reggio Calabria quali documenti di notevole interesse storico), abbiamo sentito, per amor patrio, il dovere di costituire, o meglio di rifondare, a distanza di 118 anni dall'istituzione dell'antica Accademia Argentanese S.Tommaso d'Aquino, l'Accademia di Cultura Mediterranea, dedicata oggi dai Soci all'illustre poeta romantico sammarchese Vincenzo Selvaggi-Vercillo (1823-1845) e alla memoria di tutti quei grandi e splendidi ingegni che, prima di lui, con lui e dopo di lui, hanno onorato Sammarco e la Calabria intera.
L'Accademia Mediterranea, rinata nella realtà dei tempi attuali, sulle orme dell'antica Accademia Argentanese -come già abbiamo affermato- intende promuovere, per missione di cultura e per tradizione di principi, nella società colta e civile, contemporanea, attività di pensiero ed iniziative d'incitamento dirette alla realizzazione di progetti culturali di vario genere, con il costante impegno, innanzitutto, di stimolare i cittadini e la gioventù studiosa delle nuove generazioni a non trascurare l'amore per la propria terra, a ricercare, a studiare, a custodire e a conservare con cura, il grande retaggio umano, racchiuso nelle testimonianze del passato, che S. Marco è orgogliosa di possedere.
Saranno questi i principali motivi che ci infonderanno stimoli preziosi e ci incoraggeranno di proseguire, con intrepida abnegazione, alla ricerca di tutto quanto possa concorrere a ricostruire, su inconfutabili dati storici, il passato del nostro popolo, a rispettare tutte le vestigia sparse nel nostro territorio e salvaguardare così, con il dovuto rispetto, l'ambiente naturale di tutta la nostra regione per riscoprire e valorizzare tanti frammenti sconosciuti di storia in essa sepolti.
Continuando attraverso il nostro laborioso itinerario culturale, saremo certi di non perdere alcuna occasione per individuare, e meglio illustrare, le tappe di avanzamento umano del nostro popolo, gradualmente raggiunte, mediante i continui rapporti intercorsi con le antiche, grandi civiltà del bacino del Mediterraneo.

S. Marco Argentano, 27-12-2000
Monsignor Antonio Pistocchi
Monsignor Antonio Pistocchi